La venticinquesima foto.
e’ talmente bello che vorglio che lo leggano anche altri.
La guardava, seduto al solito tavolo, del solito bar, di una piazza che quasi non si ricordava che esistesse. O forse, non si era mai preoccupato di ricordarlo.
La guardava, come si guarda un panorama in mezzo alla nebbia, cercando di intuirne il perimetro, avanzando con cautela, per evitare impatti, o quantomeno, per limitarne i danni. Ciò che vedeva non lo stupiva più di tanto, come fosse una festa a sorpresa il giorno del tuo compleanno, che si ripete, sempre lo stesso giorno. Alla fine non ti meravigli più, ma ci speri che succeda ancora.
La guardava, e un po’ la conosceva già, solo un po’, forse semplicemente, riconosceva l’impressione che si era fatto di lei. E questo, in parte lo rassicurava. Continuare ad osservala era come parlare con uno sconosciuto con la sensazione di conoscerlo da sempre. Sì, un sentimento decisamente rassicurante.
Sabrina, ecco, se avesse potuto chiamarla per…
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I capelli delle donne dicono molte cose. Non necessariamente a bassa voce
ho riso tantissimo da bionda/rossa/castana ritinta
Alcuni anni fa per lavoro, sono stato costretto a seguire un corso di psicologia “spicciola”, che secondo l’illustre relatore, avrebbe dovuto aiutare noi partecipanti, a decifrare i tratti caratteriali della persona che avevamo davanti, studiando semplicemente i piccoli gesti che accompagnavano la nostra discussione.
Non so se avete mai partecipato a uno di questi “happening” auto celebrativi,. In sostanza sono organizzati da personaggi in giacca e cravatta, che usano continuamente termini inglesi, come “competitor” (per dire concorrenza), “human resouces” (per definire i clienti) e “businnes information” (per darti un calcio nel culo).. Sono dispensatori di sorrisi smaglianti, hanno tutti almeno un paio di master, che te in confronto ti senti uno pluri-ripetente del primo anno del Cepu. Tutti abbronzati e profumati di dopobarba al tartufo di Norcia, ti ripetono in continuazione che sei nell’azienda giusta al momento giusto. Ecco, a queste parole toccati subito le palle, perchè nella maggior parte…
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le bugie
piccola citta’ bastardo posto…memorie Gucciniane erano nella testa di Alessandra mentre scorreva foto e messaggi di una “amica” che la metteva in avviso su Valerio.
Rifletteva Alessandra su queste informazioni elargite per vendetta o per gelosia, per cattiveria o semplicemente perche’ “anche a me è capitato”.
Eppure non aveva la forza di prendersela con Valerio, anzi, da questi scambi di messaggi con l’altra aveva tratto forza.
Semplicemente aveva capito che Valerio con lei era stato diverso.
Un altro ancora.
e aveva scosso la testa Alessandra, come per scacciare pensieri fastidiosi.
Niente di nuovo, lo sapeva gia’.
Sapeva che il suo Valerio era una proiezione della sua mente, che poteva non essere quello delle foto, che con la sua mail poteva risalire al suo indirizzo ip e trovarlo.
Ma che gli fregava.
Alessandra si pettinava i capelli per uno che la abbraccia sul serio adesso.
Povero Valerio.
LASCIARE ANDARE
Era bellissimo quando Alessandra riusciva a lasciarsi andare.
Non accadeva mai.
Sempre seduta in punta di sedia.
Sempre attenta a quello che le accadeva intorno, sempre rilassata come un gatto su una sedia a dondolo.
Sul lavoro era riuscita a farsi rispettare proprio per questa sua caratteristica.
Sempre attenta, sapeva sempre quello che accadeva anche tre muri piu’ in la’ del suo ufficio.
Nulla le sfuggiva del suo regno.
Stranamente usare il pugno di ferro in guanto di velluto l’aveva aiutata.
Sorridendo era capace di uccidere una persona solo con una battuta.
Per poi raccoglierne i pezzi.
Era stata addestrata dal suo maestro, il suo Capo supremo, quello che dentro di lei sarebbe sempre stato IL CAPO, dei molti che erano venuti dopo di lui, l’unico che avesse saputo come Alessandra era quando si lasciava andare.
Lui le aveva insegnato a leggere al rovescio i documenti sulle scrivanie, le aveva instillato pian piano l’arte del divide et impera in cui lui era maestro.
L’aveva guidata in un mondo lavorativo pieno di pettegolezzi e cattiverie, piccinerie e colpi bassi, aiutandola a picchiare, a difendersi, abituandola ad essere autorevole.
In una riunione aveva detto “Vi piaccia o no, quando non ci sono, lei e’ me. Se vi dice qualcosa, parla per me, se non la ascoltate non ascoltate me”
Poi lui l’aveva fatta volare. La famosa Regina dei Ghiacci aveva preso il largo.
Alessandra da sola aveva un po’ di paura.
Proprio in quel periodo aveva conosciuto Valerio.
E Valerio le era sembrato lui. Da Valerio si faceva comandare. Da Valerio si faceva sgridare.
A Valerio aveva dimostrato quanto era fragile e gli si era affidata.
E Valerio, da signore quale era, le era stato sempre vicino.
Valerio aveva il coraggio di mandarla affanculo, di spiegarle dove sbagliava e di evitarle un sacco di errori.
Ecco perche’ Valerio era importante per lei.
Non per le scopate che si erano raccontati e non avevano mai fatto, ma perche’ in lui riconosceva una persona degna di essere paragonata al suo Capo.
E anche adesso, che davanti alla porta Alessandra ha un segretario, che ha due uffici e 30 persone da gestire, un uomo che prende aerei e autostrade anche solo per vederla mezza giornata, cerca di farsi sgridare apposta da Valerio.
Facendo una scemata apposta così da attirare la sua attenzione.
Solo con il Capo e Valerio lei e’se stessa.
Ma non puo’ lasciarsi andare.
il primo giorno
Il primo giorno dopo Valerio per Alessandra era stato normale.
Si era connessa a Facebook ma l’aveva cercato solo due volte.
Lo aveva visto on line e non l’aveva chiamato.
Gli era scappato un mi piace su un suo stato, ma lo considerava un peccato veniale.
Si sentiva serenamente anestetizzata dalla sua decisione di ucciderlo.
non aveva piu’ le foto. Piano piano aveva cancellato i suoi amici.
uno alla volta.
e ad ogni delete apriva la gabbia mentale che si era costruita, ad ogni cancella respirava sempre meglio.
la paura stava scomparendo.
Valerio non esisteva nella vita reale.
Valerio era morto perche’ lo aveva ucciso lei.
Alessandra sorrideva, anche con gli occhi.
Uccidere Valerio
Alessandra non lo aveva mai visto. Si aveva una foto o due, di un ragazzetto barbuto neanche tanto carino. Ma poteva non essere lui.
Eppure Alessandra per lui provava dei sentimenti che non aveva mai provato.
Lei, che era tanto diversa da tutte le altre si era lasciata prendere per la prima volta dal gioco della seduzione su una chat.
Alessandra rideva e scherzava, ma cercava il nome di Valerio sempre piu’ spesso nella sua pagina facebook.
la paura che lui non ci fosse on line, che non la ascoltasse, che non facesse piu’ l’amore con lei accarezzandola con le parole era diventata un’ossessione che non la faceva vivere.
Non poteva stare senza la sua approvazione.
Lei che comandava un intero settore metalmeccanico, si trovava a dipendere dalle righe scritte di un ragazzetto sconosciuto.
Poi lui si era stancato del gioco, ed erano diventati amici.
Alessandra voleva qualcosa di piu’, a lui invece bastava e avanzava anche la loro relazione virtuale.
Valerio era Dio nella testa di Alessandra.
Ignorava tutti, persino il lavoro che era la sua ragione di vita.
Alessandra si era trasformata in quello che non era mai stata. Una donnetta lamentosa e stupida, bisognosa di continue rassicurazioni.
Lui sempre piu ‘ distante lei sempre piu’ pressante.
Poi finalmente la notizia che lui si era fidanzato con una donna vera.
O che piu’ semplicemente era tornato sui suoi passi, sempre che ne avesse fatti assieme a lei, sempre che lei non si fosse fatta un film con Valerio.
Alessandra improvvisamente trovo’ la forza di affrontarlo.
E di augurargli di essere felice, perche’ Valerio meritava tutta la felicita’ di questo mondo.
Alessandra ha deciso per lei.
Alessandra e’ tornata Alessandra, con una ferita che si è autoinflitta nel cuore, e ha ucciso Valerio.
Lo ha ucciso nel suo pc, lo ha ucciso nelle sue foto, lo ha ucciso dove era.
E lo ha guardato mentre lo salutava per sempre.
Sicuramente migliore e pronta a trovare un Valerio che le accarezzasse i capelli sul serio, non in chat.
Grata a Valerio dell’amore che lei si era inventata.
Ciao mondo!!
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